Vietnam | Un po' di storia

13 ottobre 2017 |


Nome: Repubblica Socialista del Vietnam

Abitanti: 95 milioni
Religione: 80% non credente, 10% buddhisti, 6% cattolici, 4% altro


Il Vietnam e' un paese di quasi 95 milioni di abitanti che ha subito decenni di guerre e che oggi ha un tasso di crescita del 6%, soprattutto grazie al settore manifatturiero. Per raggiungere questi risultati (e far passare il reddito procapite da 100 USD/anno a 2000 USD/anno nonostante 19 anni di embargo americano) e' stata pero' trascurata la natura a favore invece di uno sviluppo altamente non sostenibile. Si spera pero' che con lo stabilizzarsi della situazione economica possano essere intrapresi percorsi di recupero di quello che rimane, prima che sia veramente troppo tardi.

Il rapporto piu' difficile e' forse quello con la confinante Cina: i recenti accordi commerciali hanno favorito la nascita di aziende manifatturiere cinesi e investimenti nelle infrastrutture, ma dall'altra parte si e' inasprito il confronto per alcune isole nel Mar Cinese meridionale (Mar Orientale per i vietnamiti) che ha portato a scontri anche feroci tra la popolazione e all'esodo di molti cinesi residenti.

Un po' di storia recente

La storia del Vietnam e' costellata da dominazioni straniere. La prima, e forse la piu' significativa da un punto di vista culturale, e' stata quella dei cinesi: l'impero celeste conquisto' il delta del Fiume Rosso (quello che passa da Hanoi) nel II sec. a.C. e ci rimase per 1000 anni. Durante questo lunghissimo periodo il Vietnam subi' la dominazione cinese (tirannia, lavori forzati, tributi impagabili, ecc. ecc.) ma acquisi' anche alcune importanti conoscenze (costruire dighe e canali di irrigazione, la base per la produzione in grande scala di riso). Arrivarono anche il confucianesimo, il buddhismo, il taoismo e l'hinduismo, e insieme alle religioni arrivarono anche nozioni scientifiche e mediche essenziali per lo sviluppo della civilta'. Non tutto il male era venuto per nuocere. Il Vietnam di allora era pero' limitato alla zona settentrionale, essendo il sud sotto il controllo del potente regno Champa.

Nel X sec. la dinastia Tang cade e il Vietnam ne approfitta: con la vittoria vietnamita sul fiume Bach Dang l'esercito cinese viene definitivamente sconfitto. Seguirono cosi' ben due secoli di indipendenza.

Nel XIII secolo fu la volta dei mongoli del Kublai Khan che volevano andare a combattere il regno Champa passando per il Vietnam. Il permesso gli fu negato ma loro, da buoni barbari, avanzarono ugualmente. Gli ando' male perche' furono sconfitti sullo stesso fiume dei cinesi usando pure le stesse tattiche. Studiare un po' di storia avrebbe cambiato le loro sorti.

All'inizio del XV sec. i cinesi decisero di riprendersi il Vietnam, questa volta compromettendone la crescita: portarono via gli archivi e anche gli intellettuali, che furono trasferiti a Nanchino. Durarono poco: nella seconda meta' del XV sec. scoppiarono focolai di ribellione e i cinesi vennero sconfitti. Gia' che c'erano i vietnamiti diedero il colpo di grazia anche al regno Champa del sud e iniziarono a loro volta a colonizzarlo.

Nel 1516 arrivarono i primi europei, i naviganti portoghesi che si stabilirono ben presto a Hoi An, dove si erano gia' stabiliti anche giapponesi e cinesi per sfruttarne la posizione privilegiata sulla costa. Inutile aggiungere che i portoghesi portarono con se' anche molti missionari cattolici.

Nel XVII e XVIII secolo il Vietnam rimase comunque diviso in due: i signori feudali Trinh a nord (appoggiati dagli olandesi) e i Nguyen a sud (appoggiati dai portoghesi). Deja vu. I cinesi cercarono di approfittare di questa situazione frammentaria ma vennero sconfitti per la terza volta nella storia a Dong Da.

Il Vietnam viene finalmente riunificato da Nguyen Anh nel 1802 e Hue (sulla costa centrale) divenne la capitale. Inizia cosi' la dinastia Nguyen. In questi anni pero' il Vietnam si isola favorendo invece una cultura tradizionalista ostile all'occidente, precludendosi cosi' quei progressi che forse gli avrebbero permesso di resistere ai francesi come aveva fatto con i cinesi.

Nel 1847 i francesi attaccarono il porto di Danang in risposta all'incarcerazione di due missionari. Il pretesto era minimo ma il risultato importante: Saigon fu conquistata nel 1859 e nel 1862 l'imperatore Tu Duc cedette ai francesi tre province orientali della c.d. Cocincina. Nel 1883 i francesi conquistarono Hue approfittando della morte del sovrano e imposero un Trattato di Protettorato. I francesi non agivano secondo un piano chiaro; sicuramente volevano migliorare le infrastrutture del paese per poterlo sfruttare meglio e cosi' costruirono la ferrovia tra Hanoi e Saigon e bonificarono il delta del Mekong, il tutto pagato con i tributi dei vietnamiti e sfruttando la manodopera locale.

In questi decenni si inizia a definire un vero e proprio movimento indipendentista che agi' sia estemporaneamente (rivolte occasionali, incidenti) sia in maniera piu' organizzata (invio di intellettuali in Giappone per preparare la futura classe dirigente, sostituzione dei caratteri cinesi con l’alfabeto per favorire l'alfabetizzazione). Il movimento anticoloniale piu' organizzato era quello comunista, fondato da Ho Chi Minh a Canton nel 1925, sostituito poi dal Partito Comunista Vietnamita nel 1930 e poi dal Viet Minh (movimento di liberazione) nel 1941.

Con la sconfitta francese durante la Seconda guerra mondiale, i collaborazionisti di Vichy permisero ai giapponesi di entrare nel governo del Vietnam. Inizialmente questo limito' i danni che i giapponesi avevano fatto altrove, ma verso la fine della guerra la fame e i disastri naturali causati dalla mancata manutenzione di dighe e campi causarono comunque quasi due milioni di morti. In un clima come questo era ovvio che i Viet Minh acquistassero sostegno ovunque, anche dalla CIA (al tempo OS) che li finanzio’. Nell'Agosto 1945 Ho Chi Minh promosse la c.d. Rivoluzione d'Agosto che porto' all'instaurazione di una debole coalizione con il sud. Il 2 settembre 1945 Ho Chi Minh proclamo' indipendenza e la riunificazione del paese. Gli americani pero' a questo punto erano scomparsi. Per aiutare i vietnamiti, le potenze riunite a Potsdam nello stesso periodo decisero di non riconoscere l'indipendenza del Vietnam e di tagliarlo al 16o parallelo.

I francesi ovviamente reagirono male alla dichiarazione di indipendenza di Ho Chi Minh e mandarono i paracadutisti. Dall'altra parte, a Nord, i cinesi del KMT si spostavano verso Hanoi, cercando cosi' di guadagnare terreno contro i maoisti. Ho Chi Minh preferì quindi cedere ai francesi e ridargli il paese. L'indipendenza era durata pochi mesi.

I francesi pero' non ebbero vita facile. Le rivolte erano all'ordine del giorno e i due fronti arrivarono ai ferri corti gia' nel novembre 1946 quando i francesi bombardarono Haiphong dove era scoppiata l'ennesima rivolta. Di li' a poco a Hanoi una nuova ondata di disordini segno' l'inizio della guerra franco-vietnamita, piu' comunemente conosciuta come guerra d'Indocina. Ho Chi Minh e i suoi si nascosero tra le montagne. La guerra duro' 8 anni: alla fine, il 7 maggio 1954, i Viet Minh ebbero la meglio dopo 57 giorni di assedio e Dien Bien Phu segno' la fine dell'avventura coloniale francese. La guerra aveva causato 35.000 morti e 48.000 feriti da parte francese e un numero imprecisato, ma con ogni probabilita' piu' alto, da parte vietnamita.

Gli accordi di Ginevra stabilirono la divisione del Vietnam in due zone separate al 17o parallelo, segnato dal fiume Ben Hai e lo svolgimento di elezioni generali il 20 luglio 1956.

Il Sud fu dato in mano a Ngo Dinh Diem, cattolico e anti-comunista. Il Nord era invece ovviamente di Ho Chi Minh. Le elezioni promesse non si tennero mai perche' gli americani (strano) sapevano che avrebbe vinto Ho Chi Minh e volevano evitare l'avanzata del comunismo. In compenso anche il Sud ebbe un'evoluzione in senso autoritario e scoppiarono anche li' rivolte antigovernative guidate dagli universitari e dal clero buddhista. Gli americani (sempre loro) favorirono quindi un colpo di stato contro Diem ad opera di giovani generali, che stranamente, una volta ottenuto il potere, si comportarono esattamente come Diem. Al Nord le cose non andavano molto meglio perche' le campagne in stile maoista avevano diffuso la violenza (contro chi possedeva qualsiasi cosa) e avevano impedito il progresso in ogni ambito.

Nel 1959 il Nord creo’ il c.d. Fronte di Liberazione Nazionale conosciuto come Viet Cong e inizio’ a sferrare attacchi al sud, utilizzando come principale via di comunicazione il Sentiero di Ho Chi Minh, creato alcuni anni prima. Nel 1965 il Sud sembrava sul punto di cadere ma nel frattempo si era intensificato l’intervento americano e la guerra, prossima alla fine, riprese vigore. Il coinvolgimento americano inizio ufficialmente nel 1964 (in realta’ erano informalmente presenti gia’ dal 1950 sulla base della c.d. “domino theory”), quando due navi americane dichiararono di essere state attaccate senza motivo (non era andata cosi’) e quindi il presidente Lyndon Johnson autorizzo’ 64 raid aerei sul Vietnam del Nord. Pochi giorno dopo il Congresso consenti’ al presidente ad agire senza dover chiedere l’autorizzazione. La guerra del Vietnam (che giustamente i locali chiamano American War, perche' evidentemente non erano stati loro a volerla) inizio’ cosi’, e non fu mai ufficialmente dichiarata.

Nel 1965 Thieu viene nominato presidente del Vietnam del Sud e ci rimarra’ fino alla fine del conflitto.

Il 1968 fu forse un anno chiave per la guerra. Il 30 gennaio il Nord sferro’ quella che e’ ricordata come l’Offensiva del Tet (il Tet e’ il capodanno vietnamita, coincide con il capodanno cinese) che causo’, in poco piu’ di 2 mesi (piu’ una fase piu’ breve ad agosto), 14.000 morti tra i civili e 24.000 feriti, oltre a 45.000 morti tra i soldati, 5.000 dispersi e 60.000 feriti. In qualche modo questo evento, trasmesso per la prima volta in televisione, contribui' alla diffusione tra la popolazione americana di un sentimento pacifista contrario al prolungarsi di una guerra che non sembrava avere fine, dove si faceva ampio uso di armi come il napalm e l’agente arancio e da cui i militari americani sembravano non poterne piu’ uscire. Si diffusero grazie alla televisioni le notizie di massacri come quello di My Lai e delle atrocita’ commesse sia dai Viet Cong che dagli americani stessi.

Con l’elezione di Nixon nel 1969 si tento’ una “vietnamizzazione” del confitto: di fatto lasciare tutto in mano ai sudvietnamiti e levare le tende. Non fu cosi’, anzi. Gli USA iniziarono a bombardare anche la Cambogia, dove si nascondevano i Viet Cong aiutati dai Khmer rossi, anch’essi comunisti. Anche la Cambogia era nel caos (e qui si apre tutto un capitolo sulle atrocita’ dei Khmer rossi e su Pol Pot). Anche il Laos non fu risparmiato. Nel settembre del 1969 muore Ho Chi Minh.

Il 27 gennaio 1973 vengono finalmente firmati gli accordi di Parigi che decretarono il cessate il fuoco, dopo ufficialmente 9 anni di conflitto. In pratica invece le cose non andarono cosi’. La guerra si era di fatto “vietnamizzata” ma il sud, orfano dell’appoggio americano, non riusci’ a resistere all'avanzata del nord e il 30 aprile 1975 i carri armati del Nord entrarono nel Palazzo dell’Indipendenza di Saigon e fu firmata la resa. Gli americani lasciarono definitivamente il Vietnam, dopo 25 anni di conflitto. Si stima che le vittime americane furono piu’ di 58.000, quelle sudvietnamite 225.000 e quelle nord-vietnamite oltre 1.000.000. Circa 4 milioni di civili rimasero feriti o uccisi e 300.000 vietnamiti e 2.200 americani risultano ancora dispersi.

Alla fine della guerra erano rimasti sul campo circa 150.000 ordigni inesplosi. Il risultato? Piu' di 40.000 vietnamiti sono rimasti vittime di esplosioni dal 1975, soprattutto nel Vietnam centrale. Basta pensare che solo a Quang Tri ci sono stati piu' di 8.000 incidenti.

Saigon fu ribattezzata Ho Chi Minh City ma a parte questo il Nord non aveva grandi piani. L’agricoltura era compromessa dall'abbondanza di agenti chimici lanciati sui terreni, la forza lavoro era insufficiente, i sistemi sociali inadeguati. Si opto’ per una conversione forzata di tutto il nuovo Vietnam al socialismo, scelta disastrosa per l’economia. Si aprirono “campi di rieducazione” per i sudvietnamiti e vennero messe in atto un lunga serie di azioni repressive. Gli Stati Uniti voltarono le spalle al Vietnam in favore della Cina, che nel frattempo si era stabilizzata, e il Vietnam entro’ nella sfera di influenza di Mosca.

Le guerre non erano finite. Il Vietnam era circondato da regimi ostili: i comunisti cinesi e i khmer rossi. Decisero quindi di portare dalla propria parte almeno la Cambogia e resero un favore al mondo sconfiggendo il regime di Pol Pot il 7 gennaio 1979. La Cina, a cui i khmer stavano simpatici, reagi’ invadendo il Vietnam e mettendo in piedi una guerra di 17 giorni. In Cambogia le cose pero’ non si sistemarono e scoppio’ una guerra civile che destabilizzo’ anche il Vietnam. Basti pensare che negli anni ’80 il Vietnam importava riso perche’ non era nemmeno in grado di produrne a sufficienza.

Nel 1986, sulla scia della glasnost e della perestroika di Mosca, il Vietnam mise in piedi una riforma economica che coinvolgeva la Cambogia (che venne abbandonata) e il Vietnam. Il capitalismo entro’ nel tessuto economico del paese, ufficialmente socialista. Nel 1994 gli USA revocarono l’embargo economico in vigore dagli anni ’60 e stabilirono relazioni diplomatiche. Dal 1995 il Vietnam fa parte dell’ASEAN.