Malesia - Politica e popolazione

7 febbraio 2016 |
Uno degli aspetti piu' interessanti della Malesia e' la sua multiculturalita' e la struttura governativa, che ha uno stretto legame con la storia della penisola, prima divisa in sultanati.

La popolazione in Malesia appartiene pravalentemente a 3 gruppi etnici: i malesi (chiamati bumiputra, costituiscono il 61,4% della popolazione), i cinesi (24,6%) e gli indiani (7,1%). Tra le minoranze (6,9%), i cinesi Peranakan (cinesi dello stretto) sono i piu' numerosi. Le lingue parlate e i dialetti sono piu' di 100.
Dal punto di vista religioso, i malesi sono musulmani per nascita ma rimangono molto legati alle tradizioni locali e ai kampung (villaggi) di origine, dove gli anziani hanno un ruolo di capi ed esiste ancora la figura dello pawang (sciamano).
I cinesi arrivarono nella penisola a partire dal XV secolo soprattutto dal Fujian (provincia costiera cinese di fronte a Taiwan), dal Guangdong (provincia di Canton, confinante con Hong Kong) e Hainan (provincia insulare meridionale). Oggi i cinesi della Malesia hanno spesso come principale obiettivo permettere ai propri figli un'educazione avanzata, soprattutto all'estero.
Gli indiani sono di origine hinduista, musulmana, sikh e cristiana. La maggior parte sono Tamil (dalla provincia Tamil Nadu, a sud dell'India, di tradizione hindu). Gli indiani sono in gran parte impiegati come manodopera a basso costo, anche se esiste una minoranza anglofona attiva soprattutto nel commercio.
Gli indigeni malesi sono conosciuti come Orang Asli (trad. "popolo originale"), ormai limitati a circa 150.000 persone, l'80% delle quali vive in poverta' (a livello nazionale, l'8,5% della popolazione vive in poverta').
I cinesi Peranakan (trad. "discendenti") sono i discendenti degli immigrati che arrivarono dalla Cina a partire dal XVI secolo sistemandosi a Malacca, Penang e Singapore e sposarono donne malesi. Si puo' dire che abbiano ereditato il nome e la religione dai padri mentre le tradizioni, la lingua e gli abiti dalle madri. 
Erano solitamente ricchi mercanti che potevano permettersi ampie abitazioni dipinte con colori brillanti e arredate con mobili intagliati. Nel XIX secolo entrarono in stretti rapporti con gli inglesi e, soprattutto gli uomini, iniziarono a portare abiti occidentali. Parlano un dialetto proprio di difficile comprensione anche per i malesi.
Nel Borneo invece gli indigeni si definiscono per la maggior parte Dayaks.
La societa' malese e' molto evoluta dagli scontri razziali del 1969 (chiamati "incidenti del 13 maggio"), quando i malesi si accanirono contro i cinesi uccidendone decine (centinaia per alcuni diplomatici occidentali) nella sola Kuala Lumpur durante le proteste di piazza che si protrassero per molte settimane. Oggi la Malesia e' un paese multiculturale piuttosto tollerante, anche se le etnie maggioritarie rimangono spesso separate tra loro (sia nell'educazione che nei matrimoni). I cinesi pero' rimangono ancora pressoche' esclusi dal governo e questo crea tensioni.

La Malesia e' formata da 13 stati e 3 territori federali (Kuala Lumpur, Palau Labuan e Putrajaya). 9 di questi stati sono a loro volta governati da un sultano, il cui titolo e' ereditario. Fino al 2011, il ruolo di re della Malesia era ricoperto a turno da uno dei 9 sultani. Dal 2011 invece il titolo e' detenuto dal sultano Abdul Halim dello stato del Kedah. Il governo invece e' retto dal primo ministro. Il Parlamento e' composto da un Senato e una House of Representatives composto da rappresentanti eletti ogni 5 anni.

La Malesia e' ufficialmente un paese musulmano, caratteristica che influenza molti aspetti della vita quotidiana (per esempio le banche e gli uffici pubblici sono chiusi per due ore di venerdi' per la preghiera). Vige la Syariah e le corti islamiche non possono essere contraddette. In passato le feste religiose erano frequentate da praticanti di vario credo, ma negli anni questo e' diventato sempre meno frequente.