Hong Kong – Storia
700
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Primi insediamenti di mercanti stranieri, prevalentemente arabi.
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1557
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I commerci tra la Cina e l’Europa iniziarono con la colonizzazione portoghese di Macao. Seguirono gli olandesi e i francesi.
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1683
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Arrivo degli inglesi, provenienti dall’India. Organizzarono i primi punti d’appoggio nel porto di Guangzhou a partire dal 1711 per il commercio di te, seta e porcellana.
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In quel momento pero’ la Cina non era interessata a nessun prodotto in particolare proveniente dall’Europa e la bilancia commerciale era pesantemente inclinata verso gli stranieri. Gli inglesi pero’ introdussero in Cina una merce che si rivelo’ fatale: l’oppio, proveniente dall’India. L’arrivo dell’oppio mise in grandi difficolta’ le riserve di argento del paese che diventavano sempre piu’ esigue.
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1839-1842
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La Cina non pote’ far altro che rispondere all’ingresso massiccio di oppio con una guerra, la prima guerra dell’oppio (o prima guerra sino-inglese).
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1841
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Firma del Trattato di Nanchino che aboli’ il monopolio commerciale cinese e apri’ 5 porti (Canton, Xiamen, Fuzhou, Ningbo, Shanghai) agli inglesi, li escludeva dall’applicazione delle leggi cinesi e cedeva Hong Kong Island alla Corona “per sempre”.
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26 giugno 1843
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Hong Kong Island divento’ colonia inglese. Sir Henry Pottinger fu il primo governatore.
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1856-1860
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Seconda guerra dell’oppio (o seconda guerra sino-inglese). Vinsero nuovamente gli inglesi e con la Convenzione di Pechino del 1860 ottennero la penisola di Kowloon e Stonecutters Island.
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1898
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La dinastia Qing era in grandi difficolta’ sul piano politico. Gli inglesi ne approfittarono per firmare una nuova Convenzione di Pechino con cui ottengono altre 235 isole e i territori fino al Shenzhen River (i c.d.d. Nuovi Territori), ingrandendo l’area di Hong Kong del 90%.
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Dal XIX sec. alla Seconda guerra mondiale, Hong Kong visse all’ombra del porto di Shanghai, principale punto commerciale dell’Asia di allora. La popolazione di Hong Kong cresceva grazie alle ondate di migranti dalla Cina che fuggivano la Rivoluzione cinese del 1911 che aveva fatto cadere la dinastia Qing ma anche seminato fame e distruzione. Nel 1937 i giapponesi invasero la Cina incrementando ulteriormente le ondate migratorie verso Hong Kong. I giapponesi pero’ arrivarono anche a Hong Kong, l’8 dicembre 1941, prendendone il controllo e compiendo esecuzioni soprattutto della popolazione cinese. Molti scapparono a Macao.
La guerra civile cinese (1945-1949) e l’ascesa dei comunisti in Cina fecero si’ che in molti scappassero a Hong Kong portando con se’ i propri averi, che costituirono la base del rilancio della zona. Vennero avviati i primi stabilimenti produttivi, soprattutto di tessuti e abiti, e i primi servizi finanziari.
La Rivoluzione culturale, iniziata in Cina nel 1967, tento’ di entrare anche a Hong Kong, per mezzo di alcuni attivisti pro-comunisti che organizzarono movimenti ma lo stesso primo ministro cinese Zhou Enlai pretese la fine di queste agitazioni nel dicembre dello stesso anno.
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Anni ’70
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Introduzione di nuove piu’ moderne leggi sul lavoro, investimenti nell’edilizia popolare, nei servizi sociali, nell’educazione e nelle attivita’ ricreative.
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1973
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La borsa di Hong Kong crollo’ e venne rivitalizzata grazie alla politica della “porta aperta” di Deng Xiaoping che fece di Hong Kong la porta di ingresso alla Cina. Entro la fine degli anni ’80 Hong Kong era diventato uno dei luoghi piu’ ricchi dell’Asia, il cui PIL pro capite era secondo solo a quello giapponese.
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1979
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Il governatore di Hong Kong Murray MacLehose, in occasione della sua prima visita a Pechino, chiese ufficialmente a Deng quale sarebbe stato il futuro di Hong Kong. La Gran Bretagna era infatti obbligata a restituire i Nuovi Territori, ma non Hong Kong Island e Kowloon, ma gran parte della popolazione di Hong Kong viveva nei Nuovi Territori, creando quindi un problema nel caso di cessione. Deng obbligo’ quindi la Gran Bretagna a sedersi al tavolo dei negoziati.
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Dicembre 1979
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Firma della Dichiarazione congiunta sino-britannica sulla questione di Hong Kong: Hong Kong sarebbe stata riconsegnata alla Cina che l’avrebbe gestita secondo il principio di “un paese, due sistemi” teorizzato da Deng e da applicarsi per 50 anni dalla restituzione di Hong Kong alla Cina. Hong Kong SAR (Special Autonomous Region) avrebbe mantenuto la propria legge fondamentale, il sistema giuridico basato sulla common law, i diritti di proprieta’ e le liberta’ civili di base. La SAR avrebbe goduto di maggiori autonomie ad esclusone degli affari esteri e della difesa. In migliaia lasciarono Hong Kong per trasferirsi negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
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1989
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La strage di Tiananmen pose molti dubbi a Hong Kong, le relazioni sino-britanniche si deteriorarono e la borsa perse il 22% in un solo giorno. Molti capitali vennero trasferiti altrove per timore di un irrigidimento delle politiche cinesi. Il governo di Hong Kong cerco’ di riacquistare la fiducia della popolazione annunciando la costruzione di un nuovo aeroporto e di un centro logistico. In risposta a Tiananmen sorsero a Hong Kong i primi partiti politici, dimostrazione del nuovo interesse della popolazione nelle dinamiche politiche nazionali. Il governo acconsenti’ all’approvazione di un Codice Civile a tutela delle liberta’ dei cittadini e permise agli elettori di nominare 18 dei 60 membri del Consiglio Legislativo.
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30 giugno 1997
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Hong Kong venne ufficialmente restituita alla Cina. Il nuovo governatore era Tung Chee Hwa, nato a Shanghai e magnate della logistica marittima.
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Hong Kong inizio’ la nuova era nel peggiore dei modi, con una dura crisi finanziaria e la diffusione dell’influenza aviaria (che fino al marzo 2003 causo’ 299 morti e 1755 contagiati, obbligando Hong Kong all’isolamento).
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Nonostante lo scontento della popolazione Tung fu rieletto nel 2002 ma lascio’ nel 2005. Fu sostituito da Sir Donald Tsang, di Hong Kong e quindi piu’ accettato, gia’ figura di spicco della colonia e apprezzato anche da Pechino.
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Giugno 2014
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In un referendum non ufficiale la popolazione si espresse a favore di un maggiore grado di democratizzazione della vita politica.
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1 luglio 2014
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Mezzo milione di persone (100.000 per la polizia) manifestarono per la democrazia e contro Pechino a 17 anni dalla cessione di Hong Kong alla Cina. Molti attivisti furono allontanati e arrestati, ma le proteste continuarono per molte settimane
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22 settembre 2014
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Le manifestazioni riprendono e vengono denominate dalla stampa la “rivoluzione degli ombrelli”. Le motivazioni delle proteste sono legate essenzialmente alla proposta del comitato per Hong Kong SAR del Congresso Nazionale di Pechino di riformare il sistema elettorale di Hong Kong. Attualmente infatti il governatore di Hong Kong (chiamato Chief Executive) e’ eletto da 1200 membri del Comitato Elettivo, come dichiarato dall’Art. 45 della Basic Law, il quale aggiunge che l’obiettivo e’ l’espansione di questo bacino di elettori. Il Comitato per Hong Kong SAR del Congresso Nazionale di Pechino ha quindi approfittato di questa possibilita’ per proporre l’elezione a suffragio univerale del Chief Executive a partire dal 2017 ma con l’approvazione e la nomina del vincitore da parte di Pechino. E’ stata questa proposta a scatenare le proteste.
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Pechino dichiaro’ illegali le proteste, accusando l’Occidente di averle istigate. Alcune zone di Hong Kong, tra cui Admiralty e Causeway Bay furono bloccate per 70 giorni. Le manifestazioni finirono tra l’11 e il 14 dicembre senza pero’ ottenere cambi di rotta a Pechino.
Un altro problema, che in qualche modo include anche quello della riforma elettorale, e’ cosa succedera’ a Hong Kong 50 anni dopo il ritorno alla Cina, ovvero nel 2047, allo scadere del periodo di autonomia concesso nel 1997 da Pechino.
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